La luce non è mai stata solo un fenomeno fisico, ottico. E’ sempre stata, forse sarà, l’allegoria di una rappresentazione con raffinate sottigliezze, la messa in scena di ciò che evidenzia.

 

di Maria Teresa Ceola, architetto

Presento due mie lampade che esprimono modi simili, a scale differenti in termini di spazialità, di modalità e di relazione con l’ambiente, per risolvere in modo creativo il complesso tema della creazione, della gestione e dell’utilizzo dell’illuminazione.

CIAULAGLASS
CIAULAGLASS è un punto luminoso indipendente ma si può combinare e moltiplicare, alloggiato in una coppa di vetro soffiato colorato ambra, per illuminare l’ambiente in modo diretto e parzialmente indiretto. In questa struttura morfologica di puro design, è alloggiata una sorgente LED che non è indipendente ma diventa parte integrante dell’oggetto.

La sobrietà di CIAULAGLASS esprime e materializza il pensiero del progetto e la rende utilizzabile in un ampio range di spazio pubblico e nella trincea aperta di uno studio privato. La lampada CIAULAGLASS vive una condizione simbiotica con possibili future terze anime virtuali sempre con l’unica funzione di fornire una illuminazione confortevole.

CIAULAGLASS nella sua doppia forma di lettura fa rivivere il fascino del vetro artistico la cui fragilità si materializza nella sintassi del design e dà una voce pura, cristallina, all’ambiente con una luminosa scoperta.

CIAULA
CIAULA, invece, presenta una propria complessità strutturale, non solo nella parte metallica di sostegno, ma anche nella parte tessile.

Questa è composta da due membrane, una, quella posteriore, in seta, ha una forma a doppia curvatura senza stecche che la interrompano ed è divisa in ferzi, l’altra, quella anteriore, è in un solo ferzo, in tessuto bielastico composto prevalentemente in ELASTAME, è mantenuto in forma da sottili stecche metalliche che dividono la membrana in diciotto settori a doppia curvatura.

NOTA DELLA REDAZIONE

NEL PRECEDENTE NUMERO DI LIGHT SIGN, MAGGIO 2020, LA ” LETTERA 3″ DI M.T.CEOLA RIPORTAVA IL COGNOME ERRATO ( OVVERO CEVOLA). CI SCUSIAMO CON L’ARCHITETTO.