Quando si parla d’arte si rischia sempre di essere retorici. L’artista  è sempre autorevole, ha sempre un curriculum costellato di mostre in città internazionali, si parla di clienti e acquirenti che sono arrivati da  lontane galassie per acquistare un quadro.  Poi ci sono cataloghi, opuscoli, foto, siti che mettono in primo piano l’artista.  Ma sappiamo che il l mondo continua a girare anche senza partecipare a questa Vernice ( si dice anche così)  a cui assistiamo nel Consolato Generale dell’Ecuador a Milano

Ma partecipiamo allo show di Mariasuncion Escobedo. Con  un contorno musicale di una cantante anche lei ecuadoriana che si chiama Gabriela Benevides. Si passa una piacevolissima ora tra quaranta quadretti, di medio, piccolo formato, che si legano con un titolo stralunato  PAESAGGI DI LUCE. La ricca produzione artistica si mostra ad un variopinto e compiaciuto pubblico, con una prevalenza indicazione sud americana, che ci fa rivivere saperi, sapori e sorrisi con qualche riflessione sulle immagini figurative che galleggiano sulle immense pareti bianche del Consolato. Frammenti di vita che sollecitano la nostra curiosità, quale risulto di una costruzione narrativa che si sovrappone a quella visiva. La mostra offre ai visitatori un percorso in cui ritrovarsi per declinare riflessioni sull’esplorazione di  luoghi visti e vissuti, assaporare un nuovo senso della vita. Vediamo incorniciati un tumulto di  luoghi e figure umane, colori vibranti tirati fuori dal cassetto mentale dell’artista che  si offre nella sua studiata purezza ai cellulari.

In questi quadri, alla semplicità del figurativo realizzato con una elevata artigianalità, si alterna la meravigliosa anarchia dell’astrazione colta in un transito di  mondi, linguaggi, attualità. L’artista fa la cronaca della meravigliosa natura fuori dai recinti, pur conservando uno stringente rapporto con l’origine ecuadoriana da cui proviene.

Non c’è tregua in questa  presentazione inaugurale. che documenta la stretta connessione fra le città, insomma luoghi, e il mondo  fra arte e artigianato, fra conoscenza e capacità pratica, fra intuizione e analisi, materia e concetto, in chiave di memoria, identità ed eco-femminismo.

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