A Milano, forme sinuose e opalescenti prendono vita dai rigidi volumi industriali dell’ex fabbrica Ansaldo, dove David Chipperfield ha progettato gli spazi del MUDEC – Museo delle culture. Elegante e docile, la sua linea s’insinua tra i corpi squadrati degli edifici industriali recuperati e rivestiti di zinco e trasmette la morbida leggerezza della sua struttura in cristallo, illuminata 24 ore su 24, che si accende insinuandosi silenziosa nel cuore della fabbrica.
Il progetto del Museo delle Culture ha origine negli anni 1990 quando il Comune di Milano acquista la zona ex industriale dell’Ansaldo per destinarla ad attività culturali. Le fabbriche dismesse, veri e propri monumenti di archeologia industriale, sono state trasformate in laboratori, studi e nuovi spazi creativi. In questo scenario il Comune di Milano progetta un polo multidisciplinare dedicato alle diverse testimonianze e culture del mondo, sede espositiva delle civiche Raccolte etnografiche.
Il Museo delle Culture, concepito in un contesto socio-economico molto diverso dall’attuale, ha dovuto essere ripensato alla luce di una complessità forse non immaginabile alla fine degli anni Novanta. La vocazione interculturale che lo ha ispirato, trova oggi la sua espressione in un progetto capace di rispondere alla chiamata, negli anni sempre più partecipata, del pubblico culturale in un panorama in continua trasformazione per le istituzioni museali, la loro sostenibilità e la loro identità tra ricerca scientifica, testimonianza storica, interpretazione della contemporaneità e visione sul futuro.
Il visitatore del Museo delle Culture ( denominazione suggerita dall’architetto Stefano Boeri, nel 2012 Assessore alla Cultura, in sostituzione del nome iniziale CITTA’, soprattutto in funzione della presenza di numerose comunità straniere a Milano) potrà visitare grandi mostre internazionali declinate attraverso i diversi linguaggi artistici, conoscere da vicino il patrimonio etno-antropologico delle collezioni del Comune di Milano composte da oltre 7000 opere d’arte, oggetti d’uso, tessuti e strumenti musicali provenienti da tutti i continenti, partecipare a una programmazione di eventi e iniziative a cura delle comunità internazionali presenti sul territorio.
L’architettura
L’idea parte nel 2000 con una gara internazionale. La giuria, presieduta da Gillo Dorfles e composta da tre architetti ( Giancarlo De Carlo, Enric Miralles, Luigi Mirizzi), da museologi, urbanisti, un sociologo, uno storico del design, uno storico antropologo e un imprenditore, premia il quarantaseienne inglese DAVID CHIPPERFIELD insieme allo Studio milanese P+arch, valutando il progetto come ” La soluzione che meglio risolve il rapporto nuovo e vecchio, senza dissonanze, ricercando propri valori in un non facile contesto.”
Poi, per la concidenza con le crisi economiche di quel decennio, ritardi di varia natura e parecchie polemiche, il progetto esecutivo prende vita nel 2007 e viene inaugurato, nella configurazione attuale nel 2015 in occasione dell’EXPO. Tutta la struttura si sviluppa all’interno del complesso ex fabbrica Ansaldo, quindi non affaccia su Via Tortona.
Al visitatore si presenta un’architettura squadrata con pareti interamente rivestite di zinco-titanio in omaggio al contesto industriale, raccolte a corona intorno a forme sinuose e opalescenti, che danno una nuova vita ai rigidi volumi industriali dell’ex fabbrica Ansaldo. Stretta tra le costruzioni preesistenti, l’architettura del MUDEC si scopre per filtri, dalle facciate metalliche verso l’esterno, ai collegamenti interni guidati da linee ortogonali di cemento.
Poi, attraverso uno scenografico scalone, si accede al primo piano nella superba hall centrale, fulcro dell’edificio e luogo d’incontro fra le culture in mostra: un fiore quadrilobato in vetro traslucido che accoglie e raccoglie.
Un ruolo magico in questo gioco di superfici lo assume la luce: un mix creativo supportato da scelte tecnologiche avanzate. Grazie alla luce diurna, la hall tutta vetrata si presenta attraversata da una linea verticale a tutta altezza destinata a proseguire con l’illuminazione artificiale durante la notte e a diffondersi su tutta l’area come fosse una grande lanterna. Le superfici semitrasparenti sfidano l’opacità delle strutture preesistenti e diffondono in tutto l’edificio un senso di serenità e pace, definendo un luogo accogliente e sincero, pronto all’ascolto e alla conoscenza.
All’interno dell’edificio si sviluppano diversi spazi che offrono al visitatore e alla città una molteplicità di proposte culturali e di servizi, distribuiti su 17.000mq. L’area espositiva del Museo, al primo piano, si sviluppa intorno alla grande piazza centrale coperta e ospita la sezione del percorso museale con le opere della collezione permanente e le sale dedicate alle grandi mostre temporanee.
L’identità visiva
Il progetto delle icone che compongono la segnaletica del MUDEC è una citazione giocosa delle pitte rupestri e dei geroglifici egizi, agli albori della civiltà.
I colori utilizzati nella grafica dello studio FM milano sono quelli forti dei popoli, il magenta dei sari tradizionali, il turchese campionato dai pattern delle stoffe Quechua, l’oro dell’artigianato e della gioielleria omanita, il viola degli abiti tradizionali vietnamiti, colori contrastanti tra loro, spesso stridenti, che determinano una continua tensione e vibrazione figurativa.
In tutti i poster praparati per l’apertura del MUDEC che hanno tappezzato Milano e non solo, viene declinata questa variopinta comunicazione. Sulla argentea facciata d’ingresso del museo la” M CORNUTA” non poteva mancare: è un sottile filo fluorescente luminoso, BIANCO.
Forum della Città Mondo
Il Museo delle Culture si propone di essere un polo in costante dialogo con le comunità internazionali presenti a Milano, capace di intercettare la pluralità delle culture della città e di restituirne la complessità tra ricerca scientifica, testimonianza storica e interpretazione dell’attualità.
Per questo il Comune ha sottoscritto con l’Associazione Città Mondo una convenzione destinata a dare sostanza alla natura interculturale dello spazio tramite la partecipazione attiva delle comunità internazionali alla programmazione dell’attività del Museo. A questo fine la convenzione prevede la concessione di utilizzo di due spazi del Museo:
lo “Spazio Attività Organizzative” di 115 mq, quale sede organizzativa dell’Associazione Città Mondo e luogo per gli incontri dei Tavoli di Lavoro del Forum: Museo delle Culture, Donne e Culture, Alimentazione e Orti urbani, Comunicazione ed Eventi Culturali, Partecipazione e Cittadinanza Attiva.
lo “Spazio delle Culture Khaled al-Asaad” di 137 mq è un laboratorio creativo per la realizzazione di attività culturali ed espositive nei diversi linguaggi dell’arte (musica, arte visiva, performance, ecc), aperte al pubblico e coerenti con le finalità del Museo, comprese conferenze, corsi, laboratori e incontri interculturali.
Questo spazio sarà utilizzato in condivisione con altri attori e ospiterà anche attività diverse approvate dalla Direzione scientifica del Museo. L’Associazione Città Mondo, costituitasi nel settembre 2013, coordina le attività del Forum della Città Mondo, promosso dall’Assessorato alla Cultura sin dal 2011 come luogo di partecipazione di oltre 500 associazioni rappresentative delle numerose comunità internazionali presenti sul territorio. L’Associazione è un organismo di secondo livello che attualmente comprende 89 associazioni rappresentative delle varie comunità internazionali, di cui 20 delle Americhe, 23 dell’Africa, 25 dell’Europa e 12 di Asia e Oceania.
Il Tavolo Museo delle Culture in collaborazione con l’Associazione Città Mondo, ha progettato e progetta costantemente una serie d’iniziative, eventi e conferenze culturali, da tenersi nello “spazio delle Culture Khaled al-Asaad” del MUDEC. Le proposte, in linea con la mission del museo, provengono dai membri del Forum della Città Mondo e vengono selezionate in accordo con la direzione scientifica del MUDEC. Fra queste una proposta di dialogo fra la cultura armena e quella italiana per promuovere la salvaguardia del patrimonio artistico armeno, una conferenza sul tema della rappresentazione grafica araba e indiana, sempre sul tema della scrittura una presentazione sulla calligrafia come arte in Cina e Giappone e ancora una presentazione di 35 giochi di strada da tutto il mondo..
La biblioteca
Con un patrimonio di oltre 4000 opere e fondi bibliografici accessibili al pubblico su appuntamento, la Biblioteca del Museo delle Culture rappresenta un punto di riferimento per la ricerca in ambito etno-antropologico e di storia delle arti non europee in continuo sviluppo grazie ad acquisizioni e donazioni bibliografiche.
La Biblioteca del Museo delle Culture ha recentemente acquisito numerose donazioni di privati, che hanno arricchito notevolmente il patrimonio librario. Tra queste le più importanti sono: la donazione Aldo Lo Curto, composta da più di 600 elementi tra libri e materiale multimediale; la donazione Segre, di cui si contano più di 100 opere; la donazione Sauro Baldi con circa 1000 testi, per la maggior parte sulle civiltà dell’America Latina; la donazione Ricci (per intermediazione dell’Associazione Amici Sala delle Asse) con più di 100 libri che abbraccia principalmente aree geografiche dell’India, della Cina e del Giappone. Negli ultimi anni si è data anche molta importanza allo scambio librario con altri musei e istituzioni, per questo il patrimonio librario del museo è in continuo aumento.
MUDEC presenta una governance innovativa con una formula di gestione in partnership tra pubblico e privato che vede insieme il Comune di Milano e Sole 24 ORE Cultura. La partnership, raggiunta mediante la selezione con procedura di evidenza pubblica, rappresenta un’importante e pioneristica soluzione capace di rispettare l’identità del polo culturale e allo stesso tempo rispondere alla necessità di efficienza e sostenibilità. La direzione scientifica, la conservazione, la valorizzazione del patrimonio, il coordinamento delle attività del Forum delle Culture sono affidati al Comune di Milano; a 24 ORE Cultura la realizzazione delle grandi mostre temporanee e la gestione dei servizi aggiuntivi.
Progettisti
David Chipperfield Architects: David Chipperfield, Giuseppe Zampieri, Cristiano Billia, Oliver Ulmer; Responsabili di Progetto: C. Billia, G. Sirica, O. Ulmer; Architetti di contatto: PiùArch (concorso), F&P Architetti; Consulente per l’architettura: Alberto Izzo & Partners
Illuminotecnica
Ove Arup & Partners, Mario Nanni Progettista
Direzione lavori
Comune di Milano, Direzione Centrale Tecnica
Strutture in acciaio e involucro
Stahlbau Pichler (per le strutture e le facciate dell’atrio centrale, per le facciate vetrate ed i rivestimenti in Zn-Ti di tutto l’intervento)
Project Manager: Diego Pulici
Design Manager: Massimo Colombari
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