Palazzo Strozzi presenta Let’s Get Digital!, nuovo progetto espositivo che porta negli spazi della Strozzina e del cortile la rivoluzione dell’arte degli NFT e delle nuove frontiere tra reale e digitale attraverso le opere di artisti internazionali. La mostra presenta un percorso tra installazioni digitali ed esperienze multimediali create da artisti che esprimono le nuove e poliedriche ricerche della Criptoarte, basata sul successo degli NFT, certificati di autenticità digitali che stanno ridefinendo i concetti di unicità e valore di un’opera d’arte. Let’s Get Digital! propone uno sguardo su un movimento in piena evoluzione e trasformazione, che per molti costituisce solo il punto di partenza per una sempre più accelerata commistione tra estetica e nuove tecnologie, una rivoluzione per tutto il mondo dell’arte, digitale e non solo.
Oltre all’arte, anche la moda, la musica, lo sport e il mondo del gaming creano nuovi NFT ogni giorno, aprendo nuove dimensioni di interazione tra reale e digitale. Acronimo per Non-Fungible Token, “gettone non fungibile/riproducibile”, un NFT è un video, un’immagine o un qualunque contenuto digitale che viene certificato (o in gergo “mintato”, coniato) attraverso la blockchain.
Letteralmente una “catena di blocchi”, questa tecnologia rende i file crittografati, non modificabili e registrati in un archivio che garantisce a un file di essere visualizzato da tutti ma posseduto solo da un singolo individuo o, per meglio dire, da un singolo wallet, un indirizzo identificativo ma anonimo. In questo nuovo mondo digitale basato a livello di mercato sulle criptovalute, gli NFT popolano i cosiddetti metaversi, mondi paralleli virtuali i cui confini si estendono fino al mondo tangibile e convenzionale ma con nuovi paradigmi di interazione sociale.
Conferendo valore a opere digitali che per loro natura sono facilmente duplicabili, questa nuova modalità di creare, fruire e collezionare l’arte ha alimentato un mercato alternativo e indipendente da quello tradizionale, ma soprattutto ha permesso lo sviluppo di inediti percorsi e possibilità per la produzione degli artisti e per la fruizione del pubblico, in una nuova idea di interconnessione a livello globale.
LA MOSTRA
Punto di partenza per la mostra è l’installazione site specific per il cortile di Palazzo Strozzi di Refik Anadol (Turchia, 1985) con un’inedita relazione tra architettura digitale e fisica attraverso un’esperienza ipnotica e multisensoriale, un’opera dinamica in cui gli algoritmi dell’intelligenza artificiale creano visioni illusionistiche che sfidano la nostra nozione di realtà.
A questa installazione si lega il percorso nelle sale della Strozzina, dove ogni singolo ambiente propone opere e installazioni immersive create dagli artisti coinvolti.
PROTAGONISTI
Tra i tanti artisti segnaliamo (ci sembra) i più rappresentativi.
- Il collettivo Anyma (Matteo Millari e Alessio De Vecchi, Italia) – che con le sue opere e concerti live sperimenta nell’ambito dell’intersezione tra musica e visual performance – propone un landscape fisico e visivo site specific per uno degli ambienti della Strozzina.
- Daniel Arsham (USA, 1980), che con la sua ricerca rinnova una riflessione sull’idea di scultura attraverso la creazione di loop temporali in cui materialità e immaterialità si uniscono in una continua e perpetua trasformazione e distruzione.
- A questi si affiancano Andrés Reisinger (Argentina, 1990) con l’opera Arcadia, realizzata in collaborazione con la poetessa Arch Hades e il compositore RAC, in cui poesia, suono e immagini si fondono in un’esperienza meditativa che ci invita a riflettere sulle nostre routine quotidiane e sull’uso dei social media.
- Krista Kim (Canada) che con il suo distintivo stile minimalista invita a entrare in un mondo di geometrie e riflessi impossibili, uno spazio immersivo di immagini distopiche e rassicuranti allo stesso tempo.
“Confermando la sua ambizione di unire avanguardia e tradizione, ricerca e divulgazione, Palazzo Strozzi propone un progetto unico nel panorama culturale italiano” afferma Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi. “Let’s Get Digital rappresenta una delle prime e più importanti mostre dedicate alla rivoluzione NFT mai realizzate da una istituzione culturale del nostro paese e si pone l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico a opere e temi che stanno trasformando in maniera radicale il nostro rapporto con l’arte, e con il mondo digitale nel suo complesso”.
“Sono particolarmente orgoglioso di far parte di questo ambizioso progetto della Fondazione Strozzi in grado di coniugare l’arte con l’universo digitale e la sua inarrestabile evoluzione che entra, sempre più prepotentemente, nella nostra quotidianità” – sottolinea Andy Bianchedi, Presidente della Fondazione Hillary Merkus Recordati – “La Fondazione che guido vuole difatti rappresentare e rappresenterà in futuro, per mission condivisa e per ferrea volontà, una consistente piattaforma per sostenere i talenti e per favorire ogni forma di creatività contemporanea. Questa mostra risponde esattamente ai nostri desideri”.
In occasione della mostra è stato pubblicato uno speciale volume edito da Marsilio Arte presentato al pubblico il 28 giugno 2022 nell’ambito di un incontro che ha visto la partecipazione di artisti e esperti di arte digitale e del mondo NFT.
La mostra,dal 18 maggio al 31 luglio 2022 a Palazzo Strozzi, Firenze, è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Fondazione Hillary Merkus Recordati nell’ambito del progetto Palazzo Strozzi Future Art. Sostenitori: Fondazione CR Firenze, Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Intesa Sanpaolo, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi.LET’S
GLOSSARIO
Per la mostra Let’s Get Digital! abbiamo raccolto un elenco di termini fondamentali per comprendere il mondo della Criptoarte, con lo scopo di chiarire alcuni concetti come NFT, blockchain, criptovaluta e smart contract.
Arte digitale Per arte digitale si intendono opere realizzate o presentate usando tecnologie digitali. Se già negli anni ’60 se ne rintracciano primi esempi, questa pratica artistica si è evoluta in parallelo allo sviluppo della tecnologia e della creazione di software dedicati alla realizzazione o alla fruizione di opere d’arte. Nel corso dei decenni, in particolare, la grafica digitale ha avuto una grande accelerazione evolutiva, passando dal 2D al 3D fino ad arrivare alle realtà aumentate o virtuali, in una sempre maggiore interazione con il pubblico. Negli ultimi anni il digitale ha acquisito nuovo valore artistico e di mercato grazie alla nascita del movimento della Criptoarte.
Criptoarte La Criptoarte (detta anche Arte crittografica o Cryptoart) è un movimento artistico volto alla creazione di opere d’arte digitali legate alla tecnologia blockchain, che rende possibile la proprietà, il trasferimento e la vendita di un’opera d’arte in modo crittografato e verificabile. Dal 2017 i sistemi di blockchain sono divenuti accessibili anche a una nuova generazione di artisti, vicini al mondo tech, che ne hanno subito intuito il potenziale, sperimentando nella creazione di opere basate sull’illustrazione digitale e la programmazione.
Blockchain La blockchain è un registro pubblico di dati che documenta scambi di proprietà di oggetti digitali tra diversi soggetti. Questo registro ha la specifica caratteristica di essere condiviso e immutabile: le informazioni sono raggruppate in “blocchi” concatenati in ordine cronologico e distribuiti in un archivio dati decentralizzato. Si tratta di un registro non modificabile e solamente espandibile: i blocchi non possono essere alterati o eliminati ma solo aggiunti nel tempo ogni volta avvenga una transazione. Questa tecnologia fu introdotta per la prima volta nel 2008 come struttura informatica alla base della criptovaluta Bitcoin da un anonimo inventore (o gruppo di inventori), noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Tra le blockchain più usate troviamo quella di Ethereum, ancora oggi tra le più diffuse anche nel mondo dell’arte. L’esponenziale crescita di interesse in questa nuova tecnologia ha comportato forti critiche sulla sostenibilità della stessa, dato il suo alto consumo energetico. Recentemente sono nate nuove catene più green come Polygon, Algorand e Tezos che permettono un impatto energetico di oltre il 90% inferiore rispetto a Ethereum e Bitcoin.
NFT L’NFT (acronimo di Non-Fungible Token ovvero “gettone non fungibile” o “gettone non riproducibile”) è un certificato digitale che attesta le caratteristiche, l’originalità e la proprietà univoca di un bene fisico o digitale, censita su registri crittografati inalterabili basati sulla tecnologia blockchain. L’oggetto certificato dall’NFT è originale e non interscambiabile: non si tratta di un duplicato, né tantomeno di una riproduzione. Un NFT è quindi uno strumento per tracciare la proprietà di file digitali: chi ne compra uno non acquista i diritti d’autore sull’oggetto, ma acquista un certificato di proprietà. La prima opera d’arte registrata su blockchain è Quantum, realizzata nel 2014 dall’artista Kevin McCoy che ha scelto di registrare la sua opera come NFT per rendere quel file unico, tracciabile e scambiabile.
Wallet Per la creazione, conservazione, acquisto e vendita di NFT e criptovalute (come Bitcoin o Ethereum) è necessario essere in possesso di un portafoglio digitale (wallet): un’applicazione che viene utilizzata per memorizzare e custodire criptovalute e NFT. Il wallet deve essere compatibile con la blockchain su cui viene creato l’NFT. Il tokenERC-721 sulla blockchain di Ethereum è lo standard maggiormente utilizzato dai creatori di opere d’arte digitali uniche.
Minting L’atto di pubblicazione su blockchain di un certificato NFT viene chiamato minting (in italiano “conio”). Una volta coniato, un NFT acquisisce delle caratteristiche specifiche come l’unicità (nel senso di edizione unica) o il suo essere parte di una edizione in base al tipo di standard scelto per la sua creazione.
Smart Contract I contratti intelligenti (in inglese smart contracts) sono protocolli informatici che facilitano, verificano, o fanno rispettare, l’esecuzione di un contratto. Gli smart contract incorporano infatti delle clausole contrattuali che si basano su una serie di funzioni causa-effetto, “if/then”: se accade una determinata condizione predeterminata, avverrà un’azione concordata. Affinché il contratto non venga alterato, questo viene registrato su tecnologia blockchain, assicurandone così l’integrità e la sicurezza.
Criptovaluta La criptovaluta è una moneta digitale decentralizzata che utilizza tecniche crittografiche per garantire la sicurezza degli scambi tra utenti. A differenza delle valute tradizionali, non esistono enti centrali che intermediano le transazioni e le regole con cui avvengono tali scambi sono scritte in un codice aperto (open-source) pubblicamente verificabile. Oltre ai celebri Bitcoin ed Ethereum, a oggi si contano oltre 10.000 criptovalute attive. In reazione alla loro estrema volatilità sul mercato, recentemente si stanno sempre più affermando le cosiddette stablecoins, come Tether e USD Coin, criptovalute il cui valore è legato all’andamento di mercato delle valute tradizionali, cosiddette FIAT.
Intelligenza artificiale L’Intelligenza Artificiale (AI) è la disciplina informatica che studia lo sviluppo di apparecchi (hardware) e programmi (software) dotati di specifiche capacità tipiche dell’essere umano (interazione con l’ambiente, apprendimento e adattamento, ragionamento e pianificazione). Alla base ci sono gli algoritmi: insieme di istruzioni che vengono applicate per eseguire un’azione o risolvere un problema. I sistemi di intelligenza artificiale sono capaci di eseguire autonomamente dei compiti, prendendo decisioni tipiche degli esseri umani e quindi potenzialmente anche sostituendosi a essi. Nel campo dell’arte ciò si traduce nella possibilità creativa di avere un dialogo tra uomo e macchina in cui un collaboratore sintetico può divenire addirittura co-autore di un’opera d’arte.
Metaverso Il metaverso è uno spazio virtuale interattivo, condiviso tramite Internet, accessibile dagli utenti attraverso un avatar. In questo spazio tridimensionale, gli avatar possono muoversi, interagire e svolgere attività come nella vita reale. Il collegamento tra lo spazio fisico e il metaverso può avvenire attraverso l’utilizzo di un semplice cellulare o un computer, oppure per esperienze più immersive tramite dispositivi come i visori di realtà virtuale. La parola metaverso è stata utilizzata per la prima volta nel romanzo di fantascienza Snow Crash (1992), in cui l’autore Neal Stephenson immaginava la nascita di un mondo virtuale immersivo popolato da avatar. Possono essere considerati primi esempi di metaverso le piattaforme Second Life (2003) e Minecraft (2009). Negli ultimi anni sono stati creati metaversi basati sulla tecnologia blockchain, come Decentraland o The Sandbox. Mark Zuckerberg ha recentemente ribrandizzato la sua compagnia Facebook come Meta Inc. intuendo il potenziale sviluppo nei social media di questo fenomeno.
FONTE: TESTI ( GLOSSARIO COMPRESO) E IMMAGINI SONO RICAVATI DALLE NOTIZIE DIFFUSE E FORNITE
DALL’UFFICIO STAMPA DI PALAZZO STROZZI. (WWW. PALAZZOSTROZZI.ORG).
PHOTO: ELABIALKOWSKA. OKNO STUDIO.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.