Gli astronauti in orbita per diversi mesi devono rimediare a un giro completo giorno-notte che dura appena 90 minuti. Molti i progressi con i LED e con le gradazioni di colori. Una nuova lampada favorisce i ritmi circadiani.
TESTO di Giovanni Caprara – Courtesy CORRIERE DELLA SERA
Come illuminare gli ambienti della stazione spaziale dove gli astronauti vivono in continuazione?
Prima di tutto bisognava tener conto che ogni 90 minuti la casa cosmica compie un viaggio intorno alla Terra attraversando senza sosta condizioni di buio e luce.
Alla Nasa comprendendo la delicatezza del problema che poteva avere conseguenze sul lavoro e sul benessere degli astronauti compirono uno studio durante la progettazione della base orbitale per assicurare che l’ambiente fosse adeguatamente illuminato evitando effetti negativi.
Così si tappezzarono le pareti di luci al neon in modo da non lasciare alcun angolo in ombra garantendo che ogni posizione in cui si dovessero compiere delle operazioni fosse chiaro e ben visibile. Le lampade al neon potevano essere abbassate e alzate nel loro livello a seconda di particolari necessità, ma niente di più.
Però dopo sette-otto anni bisognava sostituirle perchè si esaurivano ed era un grande traffico.
Quindi una decina d’anni fa si decise di cambiare il sistema di illuminazione facendo ricorso ai Led. Non solo. “Nella progettazione si è compiuta un’analisi per adattare meglio la tonalità dei colori emessi ai momenti differenti della giornata creando un ambiente più favorevole allo scorrere delle ore facilitando l’adattamento ad un ritmo quotidiano” ricorda Paolo Nespoli che nello spazio ha trascorso 313 giorni.
Quindi si è deciso di cambiare il tipo di luce diffusa: più bluastra al mattino per stimolare le attività in programma e più rossastra nel pomeriggio per facilitare un adattamento che avrebbe portato al rilassamento notturno. Una vera operazione psicologica e l’adeguamento del sistema poteva essere automatico, manuale da parte degli astronauti se serviva, oppure anche gestito direttamente dal centro di controllo di Houston.
Tutto tenendo conto che nella parte occidentale le pareti riempite di strumenti sono bianche tranne i boccaporti colorati di blù. Diversa è la situazione nei moduli russi dove le pareti sono di un verdino tenue, un colore giudicato dai russi più confortevole, più domestico.
“Ma a Mosca non si sono preoccupati troppo delle luci – ricorda Nespoli – e quando ci muove nei loro moduli ci sono zone in cui non ci si vede chiaramente ed è meglio far ricorso alla pila che teniamo sempre in tasca”. Di recente per migliorare ulteriormente le condizioni abitative l’agenzia spaziale europea Esa ha sistemato nella cabina dell’astronauta Andreas Mogensen durante la sua missione una lampada speciale battezzata Circadian Light sviluppata da Saga Space Architects from Copenhagen in grado di fornire stimoli luminosi per aiutare a mantenere i ritmi circadiani più regolari, facilitando la generazione da parte dell’organismo di cortisolo al mattino e di melatonina alla sera per indurre il sonno.
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