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CIAO GIAN PAOLO BARBIERI

3 Gennaio 2025 - Editoriale

UN RICORDO DI ORESTE GRIOTTI

Carissimo Gian Paolo, ti ricordi tutti quegli anni  tra il ’63 e ’66 che abbiamo passati in Viale Maino al 5 quando tu eri appena partito su quella strada che poi hai continuato gloriosamente fino all’altro ieri?

E ti ricordi che avevi allestito lo studio fotografico all’ultimo piano del bellissimo palazzo, il sottotetto, a destra ed io abitavo in un’altra mansarda, più piccola della tua, in fondo a sinistra?

E che per salire nelle nostre mansarde usavamo la stretta scala di servizio senza ascensore e ti incontravo sempre con scatoloni pieni di vestiti?

Ma non eravamo solo noi due nelle mansarde di viale Maino 5, ti ricordi che tra il tuo studio e il mio bilocale abitava la famosa l’attrice ungherese Vera Worth che faceva film con Corrado Pani, Nino Besozzi e che recitava al Teatro Manzoni anche con Gassman?

Cattura Barbieri Foto

Il nobile Palazzo, con ampio ingresso, gigantesche colonne, con un rigidissimo portiere, ti ricordi che oltre a noi tre creativi, (già, io ero il copywriter di una grande agenzia di pubblicità internazionale, la famosa LINTAS del Gruppo Unilever,) al terzo piano c’era lo Studio Boggeri?

Antonio Boggeri, prima musicista e poi con il suo amico dell’Alfieri e Lacroix era diventato uno dei primi art director, un creative director che attirava gran parte di quei grafici che lasciavano ( o fuggivano) dalla Germania della Bauhaus, ti ricordi?
Ti ricordi che nel cortile incontravamo spesso, alto e sempre elegantissismo, Boggeri con la figlia Anna e Xanti Schawinsky che lasciata Berlino lavorava nello Studio con uno stile grafico d’avanguardia che per noi italiani era un pò strano?
E non puoi aver dimenticato Herber Bayer, Leonardo Sinisgalli, Bruno Munari, Calabresi, Steiner, Iliprandi e fra tutti questi mostri moderni della grafica d’avaguardia, te lo ricordi Max Huber in arrivo da Zurigo dove aveva studiato grafica con Vivarellii e contribuiva a creare  e sviluppare rapporti di comunicazione tra lo studio Boggeri e Pirelli, Olivetti, Montecatini, Glaxo?

Viale Maino 5 credo che negli anni ’60, ’70 del secolo scorso sia stato veramente l’indirizzo più cool di Milano, che dico, d’Italia: sei d’accordo?

Intanto, quando ci si incontrava sempre sulle scale di servizio, ricordo che mi parlavi di VOGUE, Versace, Armani per i quali fotografavi strabilianti – strani abiti sempre indossati da quelle stangone magrissime che a me sembravano anoressiche.

E insieme abbiamo passati tanti anni, così vicini, così lontani per i diversi interessi creativi – tu fotografo, io copy – poi, ti ricordi? nel ’65 o nel ’66 sei andato via, non ricordo dove, e mi hai lasciato il tuo STUDIO con il grande fondale sul quale facevo posare le mie modeste non-modelle ( ma belle ragazze non anoressiche) con risultati che tu certamente NON avresti neanche guardato?

Poi, poi, ci siamo persi di vista, e sono andato via anche io dalla straordinaria VIALE MAINO 5 lasciando l’attrice Vera, l’elegante Boggeri, la cui figlia Anna intanto aveva sposato un altro grafico di grande successo, Bruno Meneguzzi, svizzero di Mendrisio.…

Ed ora te nei sei andato. Anche se sei e resterai sempre vivo nella mia mente e ritrovo il tuo successo mondiale attraverso la grande mostra che  da ottobre 2023 a marzo 2024 ti è stata dedicata al Fort di Bard, vicino Aosta.

 Ti ricorderò sempre. Addio, Gian Paolo.

 

PH. Lilly Bistrattin in Pomellato, Milano 1971, Gian Paolo Barbieri – Courtesy of Fondazione Gian Paolo Barbieri

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