Grande ritorno della grafica nella comunicazione di un negozio, intesa come una nuova pratica d’uso non solo di caratteri, font, segni, ma del digitale, della comunicazione visiva, dell’illuminazione.
di Margaret Bagliani, stylist freelance
Prima c‘era il marchio, logo, simbolo che identificava l’azienda, il prodotto, il negozio, l’insegna, la vetrina o tutto insieme, oggi il marchio c’è sempre ma il digitale, l’illuminazione e tutti i processi e sistemi tecnologici che ci sono intorno e i nuovi media, stanno portando la creatività su strade diverse per comunicare con un altro incipit che porta il consumatore – cliente ad identificare prodotti e centrali di consumo in un modo più fresco e disinvolto.
Dagli albori del commercio moderno le abitudini di consumo sono più o meno sempre le stesse, ma è l’approccio al consumo che ora viene messo sotto una lente di comunicazione diversa, più aggressiva e più identificante. Sotto una nuova luce, per restare in tema.
L’occhio e tutti i sensi messi insieme si concentrano sui marchi e sulle vetrine dei negozi di abbigliamento, femminile per intenderci subito: avrete già visto le immagini. Assaporare un vestito attraverso un vetro, provarlo con una carica di significati, moltiplicare la propria femminilità nelle regole e con un po’ di anarchia: c’è chi approva e chi smentisce e chi non dice niente.
Lo sguardo, attraverso il vetro, penetra nell’area espositiva, accarezza abiti, borse e scarpe, cinture e occhiali, profumi e creme e montagne di rossetti. L’estetica si racconta attraverso l’illuminazione, la luce crea lo show spiazzante e carezzevole, sbagliatissimo per alcune e giustissimo per mille altre. La luce rivela il sogno della vetrina di mezza estate, fa scoprire e rivela come vivere meglio nella moda ( o fuori moda ) del momento. La luce ci suggerisce un inatteso dialogo tra la moda, l’amore e tutto il resto. In questa vetrina va in scena una curiosa galleria di ritratti femminili: eterei manichini ripresi in uno stop di spettacolo. E tu non puoi più restare impalata di fronte a questo scenario ed entri, quindi, in punta di piedi ma sempre su tacchi da 15 centimetri.
La luce è la chiave essenziale della comunicazione che ti fa trovare la strada che stavi cercando, ti porta a sfidare te stessa quando hai indossato quell’abito e ti guardi in quello specchio che ti presenta la differenza.
I tuoi capelli sono luminosi, sulle tue labbra c’è un sorriso che non avevi prima, tutto il tuo corpo trasmette un nuovo calore.
Tu sei il soggetto che crea pretesti, un nuovo documentario di te stessa.
E’ la forza dell’illuminazione che oggi rende il negozio divertente e disincantato, leggero, che ti fa sentire non
intrappolata con l’obbligo d’acquisto, perché se non ti piaci quanto hai scelto e indossato puoi uscire senza che nessuno se ne accorga.
In questa realtà, il marchio, gli slogan, i pannelli luminosi, i cartellini con le didascalie, i pendagli con i prezzi, fasciati da una magistrale illuminazione, di giorno e di sera e molto spesso anche dopo mezzanotte, esprimono nuovi messaggi in modo più intrigante ed eccitante.
La forza di questo modo di comunicare non solo la moda, ovviamente, è dovuto al nuovo modello di utilizzo della luce attraverso i LED nascosti in apparati che riflettono tutte le ultime tendenze del design made in Italy.
Abitualmente nell’illuminazione delle aree vendita si fornisce un buon illuminamento medio del locale provvedendo poi ad accentuare l’illuminazione sui prodotti, in modo da renderli più visibili rispetto allo sfondo. Un risultato migliore si può ottenere cambiando anche la temperatura della luce utilizzata: luce calda in ambiente con colori freddi e viceversa ambiente illuminato con luce fredda con colori caldi.
Per l’illuminazione dell’ambiente in generale si suggerisce di utilizzare sorgenti LED così come per l’illuminazione d’accento, al fine di creare un opportuno gioco di luci e ombre e ricreare la sensazione di caldo o di freddo, a seconda la stagione, il Natale o la partenza per le vacanze, la festività e la festa degli innamorati, così per dire.
Oggi sul mercato esiste una varietà enorme di sorgenti LED con elevate rese del colore e temperature di colore che spaziano dai 2700 K agli 8800 K. Per utilizzare correttamente i LED nell’illuminazione delle aree espositive non
bisogna dimenticare che la luce LED è tipicamente una luce fredda (le maggiori efficienze oggi si otterrebbero con emissioni oltre gli 8000 K) e quindi per coniugare risparmio energetico e confort visivo i LED vanno sempre impiegati nelle aree dove necessita un forte illuminamento, come in un negozio di abbigliamento, appunto..
In ultimo, la forte direzionalità di una sorgente LED consente la creazione di effetti “chiaro-scuro” tra aree più illuminate e aree meno illuminate nel medesimo punto o area, per far sì che lo sguardo incuriosito del potenziale acquirente si posi sui prodotti e/o su loro caratteristiche particolari per far scattare l’acquisto.
L’architetto/ progettista o il lighting designer sanno bene come sottolineare valori, stile, tendenza ed evidenziare differenze, creare stupore per dar vita ad un sogno con il contributo della luce.
(immagini: archivio LIGHT SIGN)
NOTA DELLA REDAZIONE: QUESTO ARTICOLO E’ GIA’ STATO PUBBLICATO SU LIGHT SIGN
SUL NUMERO DI GIUGNO 2020
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